Aglianico: Il vino italiano che ti conquisterà con la sua potenza - Guida completa alla degustazione
Aglianico: il vitigno e il vino che ti conquisterà con la sua potenza!
Scommetto che non lo hai mai provato.
Hai sentito solamente nominare l’Aglianico, ma di provarlo proprio non ti è mai passato per l’anticamera del cervello.
Eppure l’Aglianico è un vitigno fantastico, che solamente i meridionali sanno allevare e lavorare al meglio.
Ti va di fare un giro in Campania e in Basilicata?
Questa è la guida perfetta se vuoi conoscere il vitigno Aglianico, per scoprire le sue note in degustazione e per sapere qual è l’occasione giusta per berlo!
Let’s go!
Indice:
Origini e storia dell'Aglianico
Caratteristiche e profumi dell'Aglianico
Abbinamenti gastronomici
Le regioni dell'Aglianico
Curiosità sull'Aglianico
Origini e storia dell'Aglianico
Gli studiosi dicono che l’Aglianico ha origini greche.
Per molto tempo, date le sue origini, si è pensato che il nome Aglianico derivasse proprio dall’aggettivo “ellenico”, che vuol dire proveniente dalla Grecia. In realtà, altri nerd del vino, e pure dell’etimologia (a quanto pare), hanno sconfessato questa tesi, affermando che l’aggettivo ellenico non era usato dai romani, che invece usavano la parola “graecus”, ma entrò in uso solamente nel Rinascimento.
Qualsiasi sia l’origine dell’Aglianico, la prima fonte scritta che lo cita risale al 1500!
Viene anche soprannominato “Barolo del Sud”, perché coniuga acidità e tannini, ricordando un po’ il piemontese e nobile Nebbiolo!
Nel mondo c’è tanto Aglianico quanto in Campania, Basilicata, Puglia e Molise: siamo fortunati o no ad avere un vino così raro?
L’Aglianico è un vino esplosivo…anzi vulcanico!
È molto versatile: in genere è usato per produrre vini rossi importanti e molto longevi, ma si presta ad essere spumantizzato ed è ottimo anche nella versione passito. L’Aglianico è anche frutto di sperimentazioni recentissime sulla vinificazione in bianco!
Un famosissimo esperto di vino, Ian D’Agata, lo ha definito tra le tre migliori uve italiane e tra i migliori 12 vitigni al Mondo!!!
Caratteristiche e profumi dell'Aglianico
In degustazione l’Aglianico è un vino incredibilmente potente!
Il colore dell’Aglianico è rosso rubino intenso e man mano che invecchia diventa sempre più tendente all’aranciato.
Non appena mettiamo il calice di Aglianico al naso ci si rende subito conto che è un vino maschio. E’ il tuo vino se ami i profumi intensi che ricordano la terra e il sottobosco.
L’Aglianico ha una medio alta intensità e ricorda i profumi di mora di rovo, amarena, erbe, sottobosco e nelle versioni vintage ti sorprende con note polverose di terriccio, fichi secchi, caffè, stecco di liquirizia, ma anche cioccolato, pepe nero, una nota fumé e cuoio.
Già dal primo calice si disegna nel nostro palato come un vino di grande corpo e struttura. L’Aglianico ci regala un sorso corposo, che ci riempie la bocca. In questi vini potrai anche sentire una nota minerale, dovuta chiaramente ai terreni di origine vulcanica in cui sono generalmente piantate le vigne.
Ha una spiccata acidità e anche un tannino pronunciato e ruvido e quasi un po’ amaro: sono queste le sue due forze che lo rendono super resistente al tempo. L’alcool è medio alto.
L’Aglianico non ha paura di invecchiare, anzi…più invecchia e meglio è!
Pensa che resiste anche 10, 15 anni e oltre!
Mentre il tempo passa, infatti, l’Aglianico migliora: il tannino ne esce più morbido e meno ruvido, l’acidità spiccata si abbassa e al sorso si integra con quelle bellissime note di frutta quasi nera, di spezie e di fumo.
Abbinamenti gastronomici con l’Aglianico
L’Aglianico è un vino di terra…questo si è capito!
Come valorizzarlo al meglio a tavola?
Devi pensare che l’acidità alta del vino Aglianico è perfetta da abbinare a ricette che abbiano una tendenza dolce e grassa: in generale la carne rossa e la selvaggina, soprattutto in particolari cotture, ha questa caratteristica.
Il tannino ruvido dell’Aglianico, invece, vuole un cibo untuoso, con dei sughi importanti, in modo tale che la sensazione del tannino di ruvidità ed astringenza sia assorbita da unto e succo.
Potrai spassartela tra manzo, maiale, Asado, cervo, agnello al forno, spezzatini vari, ma anche formaggi stagionati.
Abbinamenti internazionali? Pulled pork, cheeseburger, burritos messicani!
Se sei vegetariano puoi sperimentare con i fagioli neri in una bella zuppa o in ricette con i funghi.
Le regioni dell’Aglianico
L’Aglianico è un vitigno che non ha paura delle terre vulcaniche!
Anzi, più che amare semplicemente la collina, ama proprio i suoli vulcanici.
I terreni vulcanici sono ricchi di sostanze minerali!
Quanto al clima, l’Aglianico sta bene al sud Italia: gli basta una buona ventilazione e l’escursione termica, ama il caldo, resiste bene al freddo ma non tollera la siccità estrema.
Le zone in cui è un vino della tradizione sono essenzialmente Campania e Basilicata, dove da vita tre DOCG Tutte e tre le zone delle DOCG hanno suoli molto particolari.
Aglianico del Taburno DOCG, in Provincia di Benevento - Campania
Quella del Taburno è l’unica zona non di origine vulcanica: i suoli qui sono ricchi di marna. L’Aglianico, almeno all’85%, da vita a tre tipologie di vino (Rosso, Rosso riserva e Rosato).
In questa zona la Riserva invecchia 3 anni, di cui almeno 12 mesi in botti di legno e sei mesi in bottiglia.
Taurasi DOCG, in Provincia di Avellino - Campania
In questo caso, l’Aglianico è nella misura minima dell’85% e lo puoi trovare anche nella versione Riserva (significa che ha almeno 4 anni di invecchiamento, di cui almeno diciotto mesi in botti di legno).
Siamo in Irpinia e anche la zona del Taurasi è di matrice vulcanica, ricca di strati di lava eruttata dal Vesuvio.
Aglianico del Vulture DOCG - Basilicata
lL Vulture è un vulcano spento ed è alto 1326 m: la sua attività si è interrotta milioni di anni fa, e ad oggi il suolo della zona è composto da rocce tufacee ed argillose. Si vede subito che è un vulcano spento: si può riconoscere il vecchio cratere oggi occupato dai laghi di Monticchio.
In questa zona le vigne di Aglianico possono arrivare fino a 800 metri di altitudine! Direi che è a tutti gli effetti un vino di montagna!
Se bevi Aglianico del Vulture stai certo che è al 100% Aglianico. Se in etichetta trovi la parola Riserva vuol dire che ha fatto almeno 5 anni di invecchiamento in barrique!
Curiosità sull’Aglianico
Lo scrittore romano Orazio, originario di Venosa, un piccolo paese vicino Potenza, in Basilicata, spesso parla del vitigno Aglianico nelle sue opere!
L’Aglianico è un vitigno tardivo, ovvero si vendemmia molto avanti con l’autunno: fine ottobre talvolta anche inizio novembre!
Nel Vulture alcuni audaci produttori stanno provando la vinificazione in bianco (senza le bucce e quindi senza colore): la vendemmia è anticipata, le uve si pressano in modo soffice e poi avviene la fermentazione.
Sulla sua origine si è persino pensato che potesse essere il nipote del Falerno, altro vitigno autoctono campano.
Cin Cin
Clara
FONTI
https://www.nytimes.com/2019/03/14/dining/drinks/wine-review-aglianico-taurasi.html
https://www.jancisrobinson.com/articles/in-praise-of-aglianico